30/03/2013 - L'I.N.I.T. Incaricato della cura della salma di Enzo Jannacci

Andrea Fantozzi 05/12/2020 0

29 marzo 2013, Milano

Addio a Enzo Jannacci, la salma è stata affidata ad Andrea Fantozzi Presidente dell'Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi per l'esposizione al grande pubblico e le Autorità, i funerali martedì.

L'ultimo saluto della sua Milano. Cabarettista, tra i protagonisti della scena musicale italiana, oltre che cardiologo. Si svolgeranno martedì i funerali di Enzo Jannacci dopo l'intervento dell'I.N.I.T. potrà restare aperto per le visite. La Camera Ardente resterà aperta domani e lunedì al Teatro del Verme a Milano. E nonostante il cattivo tempo e le festività pasquali, i milanesi sono arrivati per rendere l'ultimo saluto a uno degli artisti simbolo del capoluogo lombardo. La Camera Ardente sarà aperta fino alle 18.

Potrebbero interessarti anche...

Andrea Fantozzi 09/11/2020

È morta sul colpo l’alpinista colpita da un fulmine sul Cervino
Aosta - La vittima, Iryna Davydova, di nazionalità ucraina, aveva 49 anni. Nel racconto reso dai tre superstiti ai finanzieri del Sagf del Breuil emergono i rallentamenti accumulati durante l'ascensione, con la salita alla vetta durata dieci ore.  Un’ascensione alla vetta durata oltre il doppio del tempo normalmente necessario. Dieci ore dalla capanna Carrel, lasciata alle 4.30 del mattino, alla croce ai 4.476 metri della sommità del Cervino, raggiunta attorno alle 14.30 di ieri, lunedì 2 luglio. Una discesa iniziata già mezz’ora dopo, ma resa ancora più lenta, come la salita, dalla quantità di neve di cui è ancora ricoperta la Gran Becca e dalle condizioni meteo che, seguendo quanto ampiamente previsto dai bollettini, sono rapidamente peggiorate nel tardo pomeriggio. Poi, il disperato tentativo di continuare a scendere malgrado l’inferno di vento ed acqua che iniziava ad imperversare sulla Valle, interrotto da un rumore più forte dei tuoni uditi fino a quel momento: un fulmine aveva colpito una delle alpiniste in cordata, Iryna Davydova, 49enne di nazionalità ucraina, uccidendola. Quando il marito, che procedeva avanti a lei di tre metri, si volta per capire cosa fosse successo, la trova a terra, già priva di respiro. L’altra donna del gruppo, ultima della fila, separata dalla compagna da circa sei metri di corda, era stata sbalzata al suolo anche lei, ma risultava cosciente, seppur impossibilitata a muoversi dalla scarica, ricevuta probabilmente "di striscio". E’ il racconto reso ai finanzieri del Sagf del Breuil dai tre alpinisti, connazionali della vittima, recuperati stamane dai soccorritori, dopo una notte passata ai 4mila metri della cresta Pic Tyndall, tra Italia e Svizzera, dove la tragedia li ha bloccati. Pesantemente sotto choc, dopo essere stati visitati al Pronto soccorso di Aosta (è stata riscontrata loro una lieve ipotermia), hanno ripercorso dinanzi agli uomini comandati dal maresciallo Massimiliano Giovannini il grave ritardo accumulato durante la scalata, dovuto alla necessità di “far traccia” e di usare i ramponi in salita, e all’esigenza di calarsi lungo alcuni passaggi in discesa. Il nubifragio è arrivato letteralmente addosso alle due coppie, che procedevano legate assieme, gli uomini davanti e le donne a chiudere la cordata. Nel momento in cui la saetta si abbatte su di loro come una frustata, ed emerge la gravità delle condizioni della donna colpita, il marito inizia immediatamente il massaggio cardiaco, aiutato dall’altro compagno, sinceratosi nel frattempo del fatto che sua moglie fosse ancora viva. Scatta in quel momento anche la richiesta di aiuto, lanciata via telefono alla Centrale unica, che mette in moto la macchina dei soccorsi. L’elicottero “Sierra Alfa 1” aveva però già registrato anche un altro sos, arrivato da tre slovacchi, fermi duecento metri sopra il rifugio Oriondé. Guide e tecnici del Soccorso Alpino Valdostano li raggiungono a quota tremila e li trovano stremati, anche loro in parete da un’enormità come dieci ore e passati attraverso il violento temporale. Partiti alle 14.30 dalla Capanna Carrel, alle 20 erano ancora sopra il canale Whymper. Nella criticità delle loro condizioni, non si erano tra l’altro accorti di un errore di itinerario, che rischiava di portarli su alcuni salti di roccia. Il tempo passa e il calare dell’oscurità non consente all’equipaggio di “Sierra Alfa 1” di salire ancora più in alto, fino al punto in cui erano in attesa gli ucraini. Ai tre alpinisti sulla cresta, sfumato anche un tentativo di attivare il soccorso elvetico "Air Zermatt", non resta quindi che aspettare l’alba, in una veglia al corpo della compagna di vita e di cordata spirata che deve essere sembrata loro interminabile. Alle prime luci di oggi, martedì 3, l’Aw139 della Protezione civile riesce ad alzarsi in volo dall’aeroporto “Gex” e li recupera, ponendo fine ad un incubo. La salma della vittima viene ricomposta nella camera mortuaria di Valtournenche dagli esperti dell'Istituto Nazionale Italiano di Tanatopras. Il riscontro del medico legale, effettuato in giornata, conferma la morte istantanea. Per gli altri, dopo le prime cure al “Parini” e la testimonianza resa ai militari del Sagf (che condenseranno gli elementi raccolti in una relazione per la Procura), l’attesa, in un albergo di Cervinia, del nulla-osta al rimpatrio del cadavere, per poter tornare a casa, dopo aver ricevuto dalla montagna la lezione più severa, quella sull’intransigenza del fattore tempo.
Leggi tutto

Andrea Fantozzi 05/11/2020

02/02/2015 Sciatore inglese muore in pista colto da malore. La salma affidata all'I.N.I.T
Cortina d’Ampezzo (BL), 02-02-15 Partito con un gruppo di connazionali dal Rifugio Averau dove aveva passato la notte, uno sciatore inglese di 56 anni è stato colto da malore sulle piste delle Cinque Torri. Scattato l’allarme attorno alle 9, il 118 ha inviato l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, atterrato nelle vicinanze. Purtroppo inutili le manovre di rianimazione messe in atto dal personale medico, che ha solamente potuto constatare il decesso dell’uomo. Sul posto la Guardia di Finanza che ha permesso il trasferimento della salma presso la camera mortuaria del cimitero di Cortina d'Ampezzo dove è stata affidata alle cure e conservazione del corpo per il rimpatrio in Gran Bretagna dalla tanatoprattrice Antonia Fiorentino dell'I.N.I.T. Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi.
Leggi tutto

Andrea Fantozzi 24/11/2020

Giuseppe Cremonini
Nel 1991 aveva creato Italpizza e nel segmento delle pizze e snack surgelati aveva raggiunto un altissimo livello di specializzazione. Aveva ceduto l'azienda nel maggio di quest'anno al gruppo islandese Bakkavor che ha il quartier generale a Reykjavik. Nel 1996 aveva venduto al fratello Luigi (insieme avevano fondato la Inalca) il 33,3% della Cremonini (carne). Non aveva mai ceduto invece la Olitalia di Forlì (fondata nel 1983) che appartiene alla famiglia Giuseppe Cremonini ed è gestita dai figli Angelo e Camillo. Giuseppe Cremonini viveva a Vignola ed era malato da alcuni mesi. Stasera alle 20 nella villa di famiglia in via Arrigo Boito a Vignola sarà recitato un rosario al quale presenzieranno solo i familiari. I funerali dell’imprenditore vignolese si svolgeranno invece domani alle 15 nella chiesa plebana di Vignola, il feretro sarà poi tumulato nella tomba di famiglia.
Leggi tutto

Lascia un commento

Cerca...