52 articoli dell'autore Andrea Pastore

Andrea Pastore 05/11/2020 0

L'ultima immagine

Non appartengo al settore funerario. Mi occupo d'immagine. Immagine di vivi e non di defunti. Fino a non molto tempo fa, ignoravo tutto della tanatoprassi e guardavo con una certa diffidenza tutto ciò che era legato all'attività funebre, attività che consideravo come un male necessario. Necessario, ma sempre un male. Penso tutt'ora che il mio atteggiamento fosse comune a molta gente. Come molte persone, non ero per nulla attratto dal vedere i cadaveri anche se la mia professione mi aveva portato su vari scenari di guerra e calamità naturali dove dolore e morte facevano regolarmente parte dello scenario. Ma in quel caso era diverso: il contatto con la morte apparteneva alla sfera della professione. Era routine.

Dopo essermi avvicinato alla tanatoprassi, sempre per professione, mi sono posto una domanda: perché molte persone sono riluttanti ad avvicinarsi al corpo di un loro caro defunto? Perché sono insensibili? Non penso. La ragione è che l'immagine che vogliono conservare, che vogliono ricordare del loro caro non è quella del morto. La fissità del viso di un cadavere ha una grande forza espressiva e spesso, vi si legge in maniera inesorabile sofferenza e dolore. Si vogliono ricordare immagini di momenti felici. Eppure quell'immagine, quell'espressione sul letto di morte o nella bara, vista anche per un attimo, t'insegue e ti perseguita.

Ed è lì che tanatoprassi e tanatoestetica possono svolgere un importante ruolo sociale e di civiltà: curandone l'aspetto si ridà ad una persona, perché sempre di persona si tratta, la dignità che non di rado aveva perso nell'ultimo periodo della sua vita.

Il mondo di oggi è un mondo dove la cura dell'immagine è quasi portata ad esasperazione. Prodotti per l'estetica, la cura del corpo e del viso non conoscono crisi. La cura dell'immagine diventa una priorità impostata dai rapporti professionali e sociali e non si capisce perché questa cura non dovrebbe riguardare proprio l'ultima immagine che uno lascia di se. Chi rimane dovrebbe percepirlo come un segno di rispetto, un obbligo morale.

Tanatoestetica e tanatoprassi dovrebbero diventare una prassi e non l'eccezionalità. Prassi lo sono già in America e lo stanno diventando nel Regno Unito in Francia e in altri paesi europei. Sono personalmente convinto che se la gente fosse correttamente informata non avrebbe difficoltà ad aderire a patto che non venga spaventata da una terminologia sconosciuta e persino intrigante. Si dovrebbe semplicemente parlare di cure di conservazione come accade in Francia dove la stessa legge recita: “soins de conservation”.

I popoli antichi consideravano la nascita e la morte come due momenti fondamentali ai quali partecipava tutta la comunità. L'era moderna, che ha progressivamente disgregato le comunità, anche quella familiare, tende a limitare le forme e i momenti di partecipazione. Ritrovarsi e magari riallacciare rapporti da tempo affievoliti può essere una grande opportunità e la tanatoprassi può ridare una serenità familiare in un momento così delicato come quello del commiato.

Per avere successo in società si dice che bisogna “nascere bene” a chi ci lascia deve essere consentito “morire bene”.

 

Michel C.

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Andrea Pastore 05/11/2020

Editoriale

Tanatoprassi: parlano i fatti

Ci sono delle cose, delle tecniche o delle discipline che esistono nei fatti prima di essere codificati. Qualche decennio fa non c'era nessuna norma che disciplinava l'uso dei computer eppure i computer esistevano e nessuno poteva dubitare della loro reale esistenza. Così è della tanatoprassi. Quando la Chiesa la richiede per il proprio pontefice, quando un'università ne sancisce l'apprendimento con un diploma, quando alcune disposizioni regionali la regolamentano, chiedersi se esiste o meno in Italia è stare fuori dalla realtà.

E' proprio perché esiste che va disciplinata. E' una materia che ha molteplici risvolti e implicazioni di tipo sociale, morale e anche legale dato il suo crescente utilizzo nel campo della medicina legale, dove in alcuni casi particolari può risultare addirittura determinante.

E' una materia troppo importante per essere lasciata al dilettantismo e all'improvvisazione. Siamo stati i primi a portare la tanatoprassi in Italia dopo averla studiata in Francia, conseguendo un regolare diploma, ma vogliamo che la tanatoprassi sia di tutti e per tutti e che sia tutelata contro facili speculazioni.

L'obiettivo di TAN è quindi di documentare e informare allargando l'orizzonte al di fuori dei nostri confini non solo geografici ma anche e soprattutto conoscitivi.

 

Andrea Fantozzi

Presidente I.N.I.T.

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info@italtan.com

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Andrea Pastore 05/11/2020

ITALTAN S.R.L. lancia nuovi kit per la specializzazione nel campo della tanatoprassi

Italtan S.r.l. lancia la variante professionale per la specializzazione nel campo della tanatoprassi. Ferite riutilizzabili e accessori ricaricabili consentono di esercitare diverse tecniche di ricomposizione e di applicazioni di cere e cosmetici mortuari. Il set per esercitazioni alla ricomposizione viene consegnato in una valigetta in ABS contenente tutti gli accessori per la ricomposizione ed il trucco finale.

Per informazioni inviare una e-mail a: info@italtan.com

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Andrea Pastore 05/11/2020

Oggi nascono i primi tanatoprattori

Oggi in Italia sono nati i primi tanatoprattori ufficialmente formati e riconosciuti. Sono passati tre anni abbiamo superato tanti ostacoli, il tirocinio è stato impegnativo ma alla fine sono nati dei professionisti seri e affidabili. Siamo... arrivati fin qui grazie al nostro Direttore Scientifico Prof. Giovanni Arcudi che senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile. La partecipazione e collaborazione del Professor Giovanni Arcudi dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata e di tutto il Suo Staff al corso di tanatoprassi ha consentito che in Italia nascessero dei tanatoprattori esperti della materia e formati a livello specialistico. Grazie da tutti noi Prof. Arcudi e grazie a tutti i Suoi collaboratori che ci hanno aiutato ad arrivare fino qui.

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Andrea Pastore 05/11/2020 0

Affidata all'I.N.I.T. la cura della salma per la veglia funebre del celebre Aldo Donati, autore dell'inno storico della Lazio

Aldo Donati è morto a 66 anni, cantautore celebre per aver composto il famoso inno dei biancocelesti "So' già du' ore". Il club questa sera scenderà in campo con il lutto al braccio. Il celebre inno della Lazio, composto negli anni '70, risuona ancora oggi all'Olimpico prima delle partite dei capitolini. «Se n'è andato uno dei cantori della nostra esistenza, autore di tante colonne sonore che, da laziali, ci hanno fatto emozionare - fa sapere il club sul proprio sito internet -. Aldo Donati scompare oggi ma nel nostro cuore, allo stadio come nella vita, i suoi inni e perciò il suo ricordo, risuoneranno ancora tantissime volte, per sempre, rimanendo immortali».«Tutta la S.S. Lazio - conclude la nota - si unisce al cordoglio della moglie Velia e della sua famiglia». Questa sera, in occasione della gara di Coppa Italia contro il Bassano, la squadra di Pioli scenderà in campo con il lutto al braccio.

 

Aldo Donati inizia la carriera artistica nel 1971, incidendo il primo 45 giri per la Roch Records; entra poi nel vivaio della casa discografica RCA Italiana, e nel 1974 è tra i fondatori del gruppo Schola Cantorum con il quale incide alcuni dischi e con cui partecipa a Senza rete, trasmissione di Giancarlo Nicotra condotta da Alberto Lupo insieme a Lino Banfi.Tra i successi più importanti: Lella, Lassame perde (colonna sonora del film Squadra antimafia), Le tre campane e Il mio amore, oltre a canzoni come Questa sporca vita e Mimì ma non ci sei solo tu che ha il testo di Giorgio Conte, oltre a cover di brani italiani e stranieri. Numerose sono le partecipazioni a manifestazioni canore e trasmissioni televisive quali Festivalbar, Cantagiro, Un disco per l'estate, Girofestival, Domenica In, Buona Domenica, Maurizio Costanzo Show. Da solista si ricordano i brani: E ti amo, E mi metto a cantare, Canterò canterò canterò, Cantando, Le nuvole. Negli anni settanta compone e canta l'inno per la S.S. Lazio (squadra di cui è tifoso e di cui conduce alcuni programmi alla stessa dedicati sull'emittente televisiva Teleroma 56) Inno alla Lazio - So' già du ore. Partecipa al Festival di Sanremo nel 1980 da solista col brano Canterò canterò canterò, e nel 1978, 1986 e 1993 come componente della Schola Cantorum. Nel 1978 Pietro Garinei ed Elvio Monti lo vogliono al teatro Sistina per partecipare alla commedia musicale Rugantino, con Enrico Montesano, Alida Chelli, Aldo Fabrizi e Bice Valori, dove recita e canta i brani Roma nun fa' la stupida stasera, Tirollallero e Ciumachella de Trastevere. Nel 1980 incide a Miami in collaborazione con Andrew Loog Oldham (produttore dei Rolling Stones) e Mitch Mitchell (batterista di Jimi Hendrix) Canterò canterò canterò e raggiunge il 4º posto a Sanremo. È autore per Sylvie Vartan, Jeanne Mas, Emmanuel. In Italia le sue canzoni sono cantate da Gianni Morandi, Mina, Il tenore Pietro Ballo, Gianni Nazzaro, Donatella Rettore ed altri. Al Festival di Sanremo 2003, Iva Zanicchi interpreta Fossi un tango, scritta da lui insieme a Loriana Lana. Con Mina ha una lunga collaborazione artistica: per lei compone Mio di chi (Donati-Panella-Fia), Così (Donati-De Angelis), Lo faresti (Donati-Limiti), Amornero (Donati-Panella-Fia).Mina interpreta anche (con arrangiamento di Massimiliano Pani) Canzoni stonate (testo di Mogol) che rilancia, anche, nel 1981 Gianni Morandi dopo anni di assenza dalle scene. Amore è il titolo del CD di Andrea Bocelli uscito a gennaio 2006, dove il cantante interpreta canzoni d’amore tra cui Canzoni stonate, cantata in coppia con Stevie Wonder anche in versione spagnola dal titolo Cançion desafinada. Nella stagione teatrale 2005-2006 Maurizio Costanzo ed Alex Britti lo scelgono come interprete, insieme ai ragazzi di Amici di Maria De Filippi, della commedia musicale Lungomare di Ostia. Dal 2006 partecipa spesso ai programmi di Teleroma 56 come Fütbol come opinionista sportivo.Con il giornalista Lamberto Giorgi, da settembre 2008, conduce la trasmissione FM Derby e successivamente è lui stesso conduttore del programma FM Lazio. Nel giugno 2009, vince il "Festival degli Autori" di Sanremo con la canzone Diverso con il testo di Giorgio Faletti. Il 4 novembre 2009 gli viene diagnosticata un'emorragia cerebrale, a causa di un aneurisma, per il quale cade in coma. Muore a Roma il 24 agosto 2014 all'età di 61 anni, dopo circa 5 anni dall'episodio emorragico.

 

"Riportiamo un pensiero di un amico"

 

Aldo Donati

ci ha lasciati. Bello nell'animo. Generoso nel darsi.

Straordinario interprete e musicista.

Che splendita persona sei stato!!!

Sarà impossibile dimenticarti.

A te Velia un ringraziamento speciale per come lo hai amato e seguito in ogni momento.

Grazie Aldo

 

Renato Zero

Roma, 26 agosto 2014

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