Luciano Pavarotti

Andrea Fantozzi dell’I.N.I.T. Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi ha effettuato la cura di tanatoprassi sulla salma del MAESTRO Luciano Pavarotti morto a Modena alle 5 di questa mattina.

Andrea Pastore 24/11/2020 0

06 Settembre 2007 - Era nato a Modena il 12 ottobre del 1935. Nel luglio 2006 era stato operato d’urgenza in un ospedale di New York per l’asportazione di un tumore maligno al pancreas, la malattia che lo ha accompagnato fino alla morte. I funerali del tenore si terranno sabato alle 15 in Cattedrale a Modena. La camera ardente sarà allestita in Cattedrale dalle 20 alle 24 di questa sera, giovedì 6 settembre. Le visite alla salma riprenderanno venerdì 7 settembre dalle 6 del mattino e per l’intera giornata. Anche sabato, giorno fissato per le esequie, sarà possibile rendere omaggio al tenore dalle 6 del mattino alle 13.

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Andrea Pastore 09/11/2020

È morta sul colpo l’alpinista colpita da un fulmine sul Cervino

Aosta - La vittima, Iryna Davydova, di nazionalità ucraina, aveva 49 anni. Nel racconto reso dai tre superstiti ai finanzieri del Sagf del Breuil emergono i rallentamenti accumulati durante l'ascensione, con la salita alla vetta durata dieci ore. 

Un’ascensione alla vetta durata oltre il doppio del tempo normalmente necessario. Dieci ore dalla capanna Carrel, lasciata alle 4.30 del mattino, alla croce ai 4.476 metri della sommità del Cervino, raggiunta attorno alle 14.30 di ieri, lunedì 2 luglio. Una discesa iniziata già mezz’ora dopo, ma resa ancora più lenta, come la salita, dalla quantità di neve di cui è ancora ricoperta la Gran Becca e dalle condizioni meteo che, seguendo quanto ampiamente previsto dai bollettini, sono rapidamente peggiorate nel tardo pomeriggio.

Poi, il disperato tentativo di continuare a scendere malgrado l’inferno di vento ed acqua che iniziava ad imperversare sulla Valle, interrotto da un rumore più forte dei tuoni uditi fino a quel momento: un fulmine aveva colpito una delle alpiniste in cordata, Iryna Davydova, 49enne di nazionalità ucraina, uccidendola. Quando il marito, che procedeva avanti a lei di tre metri, si volta per capire cosa fosse successo, la trova a terra, già priva di respiro. L’altra donna del gruppo, ultima della fila, separata dalla compagna da circa sei metri di corda, era stata sbalzata al suolo anche lei, ma risultava cosciente, seppur impossibilitata a muoversi dalla scarica, ricevuta probabilmente "di striscio".

E’ il racconto reso ai finanzieri del Sagf del Breuil dai tre alpinisti, connazionali della vittima, recuperati stamane dai soccorritori, dopo una notte passata ai 4mila metri della cresta Pic Tyndall, tra Italia e Svizzera, dove la tragedia li ha bloccati. Pesantemente sotto choc, dopo essere stati visitati al Pronto soccorso di Aosta (è stata riscontrata loro una lieve ipotermia), hanno ripercorso dinanzi agli uomini comandati dal maresciallo Massimiliano Giovannini il grave ritardo accumulato durante la scalata, dovuto alla necessità di “far traccia” e di usare i ramponi in salita, e all’esigenza di calarsi lungo alcuni passaggi in discesa.

Il nubifragio è arrivato letteralmente addosso alle due coppie, che procedevano legate assieme, gli uomini davanti e le donne a chiudere la cordata. Nel momento in cui la saetta si abbatte su di loro come una frustata, ed emerge la gravità delle condizioni della donna colpita, il marito inizia immediatamente il massaggio cardiaco, aiutato dall’altro compagno, sinceratosi nel frattempo del fatto che sua moglie fosse ancora viva. Scatta in quel momento anche la richiesta di aiuto, lanciata via telefono alla Centrale unica, che mette in moto la macchina dei soccorsi.

L’elicottero “Sierra Alfa 1” aveva però già registrato anche un altro sos, arrivato da tre slovacchi, fermi duecento metri sopra il rifugio Oriondé. Guide e tecnici del Soccorso Alpino Valdostano li raggiungono a quota tremila e li trovano stremati, anche loro in parete da un’enormità come dieci ore e passati attraverso il violento temporale. Partiti alle 14.30 dalla Capanna Carrel, alle 20 erano ancora sopra il canale Whymper. Nella criticità delle loro condizioni, non si erano tra l’altro accorti di un errore di itinerario, che rischiava di portarli su alcuni salti di roccia.

Il tempo passa e il calare dell’oscurità non consente all’equipaggio di “Sierra Alfa 1” di salire ancora più in alto, fino al punto in cui erano in attesa gli ucraini. Ai tre alpinisti sulla cresta, sfumato anche un tentativo di attivare il soccorso elvetico "Air Zermatt", non resta quindi che aspettare l’alba, in una veglia al corpo della compagna di vita e di cordata spirata che deve essere sembrata loro interminabile. Alle prime luci di oggi, martedì 3, l’Aw139 della Protezione civile riesce ad alzarsi in volo dall’aeroporto “Gex” e li recupera, ponendo fine ad un incubo.

La salma della vittima viene ricomposta nella camera mortuaria di Valtournenche dagli esperti dell'Istituto Nazionale Italiano di Tanatopras. Il riscontro del medico legale, effettuato in giornata, conferma la morte istantanea. Per gli altri, dopo le prime cure al “Parini” e la testimonianza resa ai militari del Sagf (che condenseranno gli elementi raccolti in una relazione per la Procura), l’attesa, in un albergo di Cervinia, del nulla-osta al rimpatrio del cadavere, per poter tornare a casa, dopo aver ricevuto dalla montagna la lezione più severa, quella sull’intransigenza del fattore tempo.

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Andrea Pastore 09/11/2020

Ritrovato senza vita il giovane scomparso a Dorio in Provincia di Lecco.

Domenica 10 Settembre 2017

Emery Keaton, 23 anni, di Manchester è precipitato dal Legnoncino. La salma ora sarà ricomposta e conservata dall'istituto Nazionale  Italiano di Tanatoprassi e rimpatriata in Inghilterra.

Da giovedì pomeriggio non si avevano notizie di Emery Keaton, 23 anni, inglese di Manchester.

Il suo corpo senza vita è stato trovato attorno alle 13 dal Soccorso alpino sotto la croce del Legnoncino. L’ipotesi è che sia precipitato in un burrone dopo aver messo il piede in fallo lungo un sentiero che pure gli esperti non considerano difficile.

Nel pomeriggio di venerdì era stata presentata la denuncia di scomparsa alla stazione dei carabinieri di Colico, quindi erano iniziate le ricerche da parte della squadra di Dervio e Valvarrone del Soccorso alpino. Il giovane sarebbe stato visto in cima al Legnoncino, attorno alle 17.30 di giovedì ed una successiva notizia aveva fatto combaciare la sua presenza ai Roccoli Lorla.Sabato le prime ricerche si erano concentrate sul “Sentiero del Viandante”, nel tratto tra Dorio e Colico ed erano state sospese per l’oscurità. Oggi il tragico ritrovamento. Gli esperti dell'I.N.I.T. provvederanno alla sistemazione della salma per il rientro in Gran Bretagna.

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Andrea Pastore 09/11/2020

Cadavere di una donna trovato sullo yacht, festa alcolica finisce in tragedia

Una donna straniera, di carnagione bianca, trentenne, è stata trovata morta nella cabina di uno yacht ormeggiato in Calata Anselmi, a Imperia.

A trovare il cadavere, questa mattina, sono stati alcuni membri dell’equipaggio che hanno allertato i soccorsi. La centrale operativa del 118 ha inviato sul posto l’automedica e un equipaggio della Croce Bianca, ma per la donna non c’era più nulla da fare. Sul caso indagano i carabinieri.

Sarebbe scivolata dalla scala che dalla cucina conduce alla sua cuccetta, la donna trovata morta a Imperia nello yacht La Polonia, battente bandiera maltese. La morte, secondo il medico legale e gli investigatori sarebbe dovuta alla caduta. Per gli investigatori la morte è accidentale. La vittima è inglese, aveva 33 anni e faceva parte dell’equipaggio con il ruolo di responsabile dell’equipaggio.

La donna aveva partecipato ad una festa a bordo dello yacht durante la quale, secondo le testimonianze raccolte, avrebbe bevuto diversi bicchieri di superalcolici, tanto che un suo collega l’avrebbe aiutata a sorreggersi. Poi la donna, da sola, avrebbe imboccato la scala per tornare in cabina, avrebbe perso l’equilibrio sulla scala rapida finendo per cadere. Nella caduta avrebbe battuto la testa in modo fatale.

La salma dopo le disposizione dell’autorità giudiziaria è stata affidata all'I.N.I.T Istituto Nazionale Italiano di tanatoprassi per la preparazione del corpo per il rimpatrio in Gran Bretagna. Nel frattempo, le autorità italiane hanno contattato quelle di Malta per informarle dell’accaduto come previsto dal diritto del mare in questi casi per imbarcazioni che si trovano in acque straniere.

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